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Disinfestazione, Derattizzazione, Trattamenti


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DISINFESTAZIONE

I trattamenti sul verde hanno bisogno di profonda conoscenza ed esperienza.
Da oltre vent’anni interveniamo su tutte le problematiche del verde con personale esperto ed adeguatamente formato esclusivamente con questo scopo. Ne risulta pertanto un’assoluta eccellenza sia nei metodi che nelle scelte di intervento mirate. Agrotecnici, agronomi e dottori forestali si occupano a tempo pieno del verde dei nostri clienti.

INSETTI

INSETTI CHI SONO COME LI COMBATTIAMO
Afidi Il loro apparato boccale è adatto sia a prelevare umori e tessuti vegetali, sia ad iniettare sostanze solidificate. L'inoculo secreto delle ghiandole salivari può provocare alterazioni nei tessuti interessati (es. galle) e può trasmettere particelle virali. Molte specie sono temute per la loro capacità di trasmettere anche a notevole distanza virosi decisive nella produttività di disparate colture. La necessità di limitare tempestivamente le popolazioni di afidi impone spesso di procedere a trattamenti invernali con oli antracenici od oli gialli; più tardi all'ingrossarsi delle gemme risultano efficaci gli oli bianchi attivati. Durante la buona stagione si utilizzano normalmente aficidi: particolarmente adatti sono alcuni carbammici; specie ben protette da produzioni cerose possono richiedere anche d'estate il ricorso a oli bianchi semplici o attivati, purchè le piante li tollerino.
Acari Si nutrono dei succhi cellulari che riescono a trarre da organi erbacei e frutti; infiggono lo stiletto e iniettano liquido che consente lo svuotamento dei contenuti cellulari. La pianta presenta ingiallimenti, le foglie manifestano sfumature bronzee e argentature. Le sostanze iniettate provocano ipertrofie con comparsa di galle. Il danno conseguente ha pesanti ripercussioni sulla produttività delle coltivazioni. I mezzi di lotta chimici impiegati sono in parte degli insetticidi ad azione polivalente e più spesso degli acaricidi specifici. Gli acaricidi possono avere azione ovicida oppure larvo-adulticida. Dato il sovrapporsi delle generazioni si usano spesso delle miscele in modo da rendere il trattamento efficace su tutti gli stadi presenti.
Cocciniglie I danni si manifestano con ingiallimenti fogliari, abbondante produzione di melata e conseguenti fumaggini, caduta delle foglie (filloptosi) e generale deperimento della pianta. I frutti colpiti cascano precocemente o subiscono deformazioni. I rami particolarmente colpiti manifestano fessurazioni in seguito alle punture dell'insetto. Il controllo si fonda ampiamente sull'uso di insetticidi. Quelli attivi per contatto danno i risultati migliori contro le neonate vaganti, ma limitano, se correttamente eseguiti anche gli stadi successivi. Quelli attivi per asfissia, se gassosi, sono applicabili in celle di disinfestazione, specialmente in vivaio. L'uso in pieno campo per le fumigazioni di piante è utile e in alcuni casi imposto per legge. Talora, si impiegano insetticidi attivi per ingestione, sistemici o citotropici.
Processionarie E' un lepidottero defogliatore che colpisce particolarmente i pini neri, vivendo pure su pini mediterranei, p. silvestre, cedri. Sono molto appariscenti i nidi in cui le larve si ricoverano di giorno e durante il maltempo. Il lepidottero danneggia sopratutto le piante più esposte al sole. Nell'uomo, a seguito del contatto diretto con le larve oppure in conseguenza della dispersione dei peli nell´ambiente, si registrano reazioni epidermiche e allergiche. Le tecniche di controllo della processionaria sono di tipo meccanico, consistenti nell'asportazione dei nidi e la loro distruzione e di tipo biologico, mediante l'irrorazione sulla chioma di prodotti registrati dal Ministero della Salute e innocui per l'uomo e gli animali domestici.

INSETTI - Afidi, acari, cocciniglie, processionarie, ecc... FUNGHI - Oidio, ticchiolatura , grafiosi, cancri e necrosi corticali, carie, marciume radicale Malerbe

FUNGHI

FUNGHI COSA SONO COME LI COMBATTIAMO
Oidio I sintomi del mal bianco si rilevano sulle foglie, sui germogli e sui fiori (es. nel caso della rosa) sottoforma di macchie biancastre costituite da una leggera muffa polverulenta. Le foglie tendono ad accartocciarsi e a cadere anticipatamente. I danni causati riguardano l'aspetto ornamentale e provocano una minor produzione di fiori. I trattamenti vanno iniziati alla comparsa dei primi sintomi dell'infezione e proseguiti ad intervalli di 7-12 giorni, per tutto il periodo durante il quale le condizioni climatiche si mantengono favorevoli alla malattia (primavera-autunno).
Ticchiolatura Si manifesta nella pagina superiore delle foglie con delle macchie nerastre, con bordi irregolari e sfumati. Queste macchie possono avere dimensioni variabili da qualche mm a qualche decina di mm; spesso tendono a confluire provocando l'annerimento della superficie fogliare. L'esito della malattia è generalmente una defogliazione più o meno intensa e un arresto dello sviluppo vegetativo. Si consiglia in primo luogo di raccogliere e distruggere in autunno le foglie colpite in modo da ridurre la carica d'inoculo. Sulle varietà più suscettibili è necessario ricorrere alla lotta chimica dopo la comparsa delle prime tacche. Questi preparati vanno somministrati ogni 7-10 giorni, fino a quando perdurano le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo della malattia.
Grafiosi La manifestazione della malattia ha portato alla distruzione di gran parte degli olmi. I sintomi dell' affezione si manifestano sottoforma di appassimenti, seguiti da disseccamenti della chioma. Caratteristica è l'uncinatura detta a "pastorale" dei rami terminali. L'aspetto più tipico si ritrova sezionando il tronco o i rami ove appare l'imbrunimento dei tessuti sottocorticali.
Gli interventi curativi con anticrittogamici non consentono di risanare le piante gravemente colpite percui la lotta si basa essenzialmente su misure profilattiche. Per limitare la diffusione è buona norma asportare e distruggere le parti di pianta colpite, come pure scortecciare i tronchi compromessi per impedire agli scolitidi di moltiplicarsi su piante infette.
Cancro del cipresso La malattia si manifesta con dissecamento della parte aerea, inizialmente su tratti limitati in qualsiasi porzione dell'albero, per poi espandersi fino a determinare la morte di estese parti della chioma e, infine, la perdita completa dell'albero. Le parti di corteccia colpite, ricoperte spesso di resina, col tempo si screpolano, si fendono, dissecano e lasciano scoperto il legno. Quando l'infezione si è estesa a tutto lo spessore del ramo e del tronco la parte sovrastante dissecca. Le parti di pianta colpite vanno esportate attraverso oculati interventi, seguiti dalla disinfezione dei tessuti corticali e legnosi. Nei trattamenti anticrittogamici preventivi da attuarsi in primavera-autunno bisogna aver cura di irrorare completamente il fusto e la chioma.
Carie Si intende l'insieme delle degradazioni della parete delle cellule lignificate, operate da funghi a mezzo di enzimi, in conseguenza delle quali il legno perde le sue caratteristiche fisico-meccaniche e si disgrega fino a trasformarsi in un ammasso spugnoso privo di consistenza. Le carie incidono negativamente sulla funzione ornamentale-ricreativa della pianta, e costituiscono un grave pericolo di danni a persone, animali o cose per eventuali cadute di piante colpite o di loro parti. Le misure profilattiche si basano nell'evitare che si producano sulla pianta lesioni e nell'accurata e tempestiva disinfezione di ogni superficie di taglio o ferita.
Marciume radicale E' un fenomeno patologico causato da funghi (ma anche da batteri e nematodi) all'apparato radicale che, a seguito della disgregazione degli organi assorbenti e conduttori, porta spesso ad un deperimento della pianta colpita. Il deperimento causa di frequente la morte di rami più o meno grossi con produzione di nodi morti, dannosi sia per alterazioni dirette alla continuità del legno, sia perchè predispone ad attacchi di parassiti secondari. Le stesse alterazioni radicali risalgono spesso nel fusto, danneggiandone rilevantemente il legname. Per prevenire questa affezione crittogamica si deve in primo luogo evitare che l'acqua ristagni a lungo nel terreno intorno alle piante. Nel caso di piante già gravemente compromesse, non potendole risanare, è consigliabile asportarle rapidamente e distruggerle, allontanando tutte le radici infette come pure la porzione di terreno che può ospitare il fungo. In caso di attacchi iniziali e non molto estesi si può effettuare una ripulitura chirurgica, disinfettando poi il colletto e le zone adiacenti con sali di rame.
Funghi dei tappeti erbosi Le patologie fungine del tappeto erboso sono più comuni di quanto si pensi. Si manifestano con aree ingiallite o completamente secche, più o meno grandi a seconda del tipo di malattia e al grado di infestazione. La grandezza delle superfici interessate dall'infezione varia da quella di una moneta a quella di una grande area.
Premesso che le patologie fungine sono spesso imputabili al cattivo stato fisiologico dell'erba (eccessi di concime, eccessi di umidità, cattivo drenaggio ecc) il controllo delle stesse si basa solitamente su interventi preventivi con prodotti fungicidi specifici a seconda delle condizioni climatiche presenti. Nel caso di infestazioni già in atto si usano prodotti bloccanti ed eradicanti, in modo da arginare l'infezione.
MALERBE

Per malerbe si intendono tutti i vegetali che con la loro presenza indesiderata provocano un danno estetico (parcheggi, bordi stradali, vialetti in ghiaino, tappeti erbosi). Nei vialetti e piazzali le malerbe vengono eliminate con diserbanti sistemici ad azione totale. Nei tappeti erbosi invece è necessario usare prodotti selettivi per preservare le specie erbose presenti in esso.
Per controllare le malerbe che infestano un tappeto erboso è necessaria una buona conoscenza del campo in cui operiamo. Premesso che il buon stato fisiologico del tappeto (concimazioni mirate, adeguate irrigazioni) limita la presenza delle malerbe sucessivamente si attuano dei trattamenti preventivi e selettivi, a seconda del tipo di infestante (graminacee annuali, dicotiledoni ecc).
FISIOPATIE danni da freddo, danni da caldo, carenze ed eccessi idrici

Fisiopatie: con questo termine si intende ragruppare tutte quelle alterazioni fisiologiche della pianta che dipendono da un rapporto squilibrato tra il vivente e l'ambiente pedoclimatico in cui esso vive. I fattori limitanti della produzione vegetale sono gli elementi del clima (temperatura, umidità, luminosità, gas atmosferici, ecc); le condizioni di fertilità del terreno; le tecniche colturali. Il rapporto tra vegetali ed ambiente è quindi l'oggetto dell'indagine fisio-patologica e delle eventuali terapie e profilassi che si devono attuare per difendere le coltivazioni dalle avversità.

Danni da freddo: le specie vegetali mostrano un diverso grado di resistenza all'abbassamento di temperature in funzione alla loro evoluzione. Di norma, l'abbassamento della temperatura colpisce soprattutto gli organi della pianta più ricchi d'acqua come i frutti, i fiori, le foglie ed altri organi erbacei. I tessuti legnosi ne risentono meno e il danno si verifica solo se le temperature permangono per un tempo prolungato molto al di sotto dello zero.

Danni da caldo: questo tipo di danno è difficilmente distinguibile dal danno da carenza idrica e da intensa esposizione alla luce solare e quasi sempre sono contemporanei agli eccessi di temperatura. Sulle piante erbacee l'effetto determina generalmente il disseccamento di parte o di tutta la pianta. Nelle piante arboree l'effetto più appariscente è la caduta anticipata delle foglie; in casi più gravi si può verificare la morte improvvisa della pianta.

Carenze ed eccessi idrici: le carenze idriche si verificano generalmente in seguito a periodi di siccità climatica che determinano nel terreno la riduzione dell'acqua disponibile per le piante. Questo fenomeno é dovuto anche alle gelate che congelando la soluzione circolante nel terreno rendono l'acqua indisponibile alla pianta; inoltre il raffreddamento del terreno rallenta i processi fisiologici delle radici, aumentando lo stato di sofferenza. Gli eccessi idrici si verificano sia per l'elevato contenuto idrico nel terreno che per un eccesso di umidità atmosferica. L'eccesso di acqua è dovuto ad una scarsa permeabilità del terreno che comporta ristagno ed asfissia. I tessuti radicali morti degenerano e vengono aggrediti da agenti di marciume, la radice perde funzionalità e non assorbe ne acqua ne sostanze nutritive. I sintomi sono l'appassimento delle foglie e degli altri organi erbacei.

Processionarie FISIOPATIE - Danni da freddo, danni da caldo, carenze ed eccessi idrici Funghi dei tappeti erbosi

TRATTAMENTI ENDOTERAPICI

La tecnica prevede l'inoculo di soluzione fitosanitaria nel sistema vascolare degli alberi e sfruttando il flusso ascendente della linfa si fa trasportare il principio attivo in tutta la chioma. Per l'esecuzione si praticano dei fori nel tronco del diametro di 3 mm e si inietta la soluzione con degli iniettori a bassa pressione (1/2 atm). Non usando pompe irroratrici si eliminano le dispersioni e le derive nell'ambiente circostante garantendo totale sicurezza per persone e animali.
Sono da consigliarsi i trattamenti endoterapici in ambito urbano nelle grandi alberature e dove sia difficile l'utilizzo di altre tecniche. Ottimi risultati ha dato l'utilizzo su ippocastani colpiti da Cameraria ohridella e su piante infestate da afidi che causa la loro melata imbrattano tutto ciò che si trova sotto le loro chiome.

Endoterapia Endoterapia Endoterapia